Sindrome dello spopolamento degli alveari. Che cosa possiamo fare

Dimensioni del fenomeno

La sindrome dello spopolamento degli alveari è un fenomeno estremamente diffuso e interessa, sia pure con dimensioni diverse, tutti i paesi. Negli ultimi 10 anni sono scomparsi nel mondo 10 milioni di alveari di cui 200mila solo in Italia a causa di crisi climatica, inquinamento e pesticidi

Proprio per questo motivo si moltiplicano gli appelli per sensibilizzare opinione pubblica e amministrazioni locali e governative per prendere iniziative e affrontare il problema.

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Cause della scomparsa

Il collasso delle colonie di api è un fenomeno complesso e diffuso determinato da fattori diversi, anche se, nella maggior parte dei casi, viene attribuito all’uso di erbicidi e insetticidi in agricoltura. In diversi casi, perlomeno in Italia, è stato evidenziato uno stretto rapporto tra la moria diffusa di api e l’uso di  queste sostanze su mais e altre colture nel periodo della fioritura.

Effetti

Un’apocalisse, non proprio immaginaria. Il mondo senza le api sarebbe un disastro di dimensioni bibliche, rispetto al quale ci sarebbero pochi rimedi da mettere in campo. Provate a dare uno sguardo lungo, a 360 gradi, nel reparto alimentare di un supermercato: il 70 per cento dei prodotti che vedete, non ci sarebbero. La loro vita dipende, in qualche modo, da una forma di impollinazione. Un mondo senza le api non avrebbe più a disposizione il servizio di fecondazione artificiale naturale che questi preziosi insetti svolgono, e non ci sarebbe la possibilità di sostituirlo con alcuna forma di fecondazione governata dalle macchine e dalla mano dell’uomo.

Non è solo una questione di miele, come molti sono portati a pensare. Le api, insieme a diverse altre specie che rientrano nella categoria degli impollinatori, assicurano la stabilità degli ecosistemi, il mantenimento delle reti alimentare fondamentali per il mantenimento della biodiversità e per l’alimentazione umana. Quasi sicuramente, senza api, dovremo fare a meno di mandorle, mele, albicocche, avocadi, mirtilli, anacardi, caffè, cetrioli, melanzane, uva, kiwi, manghi, pesche, pere, peperoni, fragole, mandarini, noci, prugne, ciliegie e angurie

Ecco come sarebbero i suopermercati senza api e specie impollinatrici

Soluzioni per arginare il fenomeno

Sono state fatte ipotesi estremamente dispendiose quali ad esempio quella di ricorrere all’impollinazione manuale, ad esempio già praticata in alcune zone della cinaCina. Ma si stanno sperimentando anche soluzioni tecnologiche futuristiche, quali ad esempio l’impiego di robot che possono impollinare artificialmente i fiori. Si tratta di iniziative interessanti che potranno sicuramente contribuire a migliorare la situazione, ma non a risolverla. Le soluzioni definitive consistono nel regolamentare l’uso dei pesticidi , in particolare degli insetticidi responsabili principali delle morie delle colonie. Tuttavia si sa già che interventi di questo tipo, comportano l’approvazione di norme che richiedono tempi lunghi e la sensibilizzazione dei produttori. nessuna speranza? Certamente no in quanto nel frattempo tutti noi possiamo partecipare ad iniziative che in buona sostanza puntano a salvare le api.

Un balcone di fiori per salvare le api

E’ la soluzione più semplice, è alla portata di tutti. Basta avere a disposizione un terrazzo o giardino, piccoli o grandi che siano, per coltivare i fiori che attirano le api per aiutarle a sopravvivere. L’importante è scegliere in modo opportuno le specie da coltivare, le soluzioni utili possono essere diversificate in base alla stagione e alle condizioni ambientali. Su internet sono diponibili numerose guide che segnalano specie utili e gli accorgimenti da adottare, compresa la predisposizione di casette e stazioni d’acqua per gli impollinatori.

Un hotel per impollinatori

Con la frammentazione degli habitat e il declino delle api selvatiche e degli impollinatori si stanno intensificando le iniziative volte a offrire loro luoghi di riposo e nidificazione. Si tratta di dispositivi estremaente semplici, repereribili anche nei siti di e-commerce o facilmente realizzabili. Infatti la sua costruzione comporta l’uso di materiali semplici quali ad esempio legno, ramoscelli, rami caduti che consentono agli impollinatori di riprodursi, deporre le uova e cercare protezione dai predatori.

Le installazioni per favorire api e impollinatori in genere offrono spunti estremaente interessanti per attività di educazione ambientale che potrebbero essere progettate analizzando il problema dello spopolamento degli alveari, costruendo, se possibile la struttura e poi controllando nel tempo la frequentazione degli impollinatori. A questo proposito può essere utilizzata FITCount una delle tante app disponibili, sia per dispositivi Android che IOS.

Ci aiuta anche la Citizen Science

La Citizen Science è la cosidetta Scienza dei Cittadini che si sta sempre più diffondendo nel mondo per lo studio ed il controllo di fenomeni di inquinamento, problemi epocali quali ad esempio i cambiamenti climatici, l’uso delle risorse naturali e il monitoraggio della biodiversità, ecc. Si basa sul contributo di studiosi e ricercatori che rispetto ad un problema mettono a punto sistemi di protocolli di controllo di facile utilizzazione e quindin alla portata di tutti. I dati acquisiti dai singoli cittadini o associazioni vengono gestiti mediante l’utilizzazione di server collegati in rete. Tutti possono poi controllare i risultati che si dimostrano estremamente interessanti in quanto consentono di visualizzare che cosa accade in Europa e in qualche caso anche nel resto del mondo. Molte iniziative sono state messe a punto per smartphone e in questo caso la partecipazione consente anche di inviare ai server dedicati foto.

Fra le tante iniziative disponibili ne segnaliano alcune che stanno riscontrando un’ampia partecipazione. Molte riguardano il monitoraggio delle popolazioni selvatiche di api e di altri impollinatori, altre permettono di riconoscerli, altre ancora prendono in considerazione le specie floreali, gli arbusti e gli alberi frequentati.

BeeWild

È una applicazione (disponibile sia per Smartphone e Tablet Android che Apple) che ha l’obbiettivo di censire e monitorare, attraverso le segnalazioni dei cittadini (Citizen Science), le colonie non gestite di ape da miele (Apis mellifera) in Europa. BeeWild è stata ideata ed è di proprietà della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento, Italia) ed è gestita in collaborazione con World Biodiversity Association onlus. I dati di questo censimento e monitoraggio saranno utilizzati esclusivamente per scopi scientifici”

Spot-a-Bee

Con Spot-a-Bee si vuole scoprire quali piante, alberi e arbusti sono importanti per le api nei parchi e giardini cittadini e cittadini. L’applicazione permette di inviare foto di fiori, arbusti, alberi e degli impollinatoeri che potrebbero essere importanti per la sopravvivenza degli impollinatori. Una volta inviate le segnalazioni vengono immediatamente sriportate dalla mappa

Beewatching

Con l’app puoi imparare a conoscerle, fotografarle e salvarle, diventando un beewatcher. Diventare un beewatcher è semplice. 
Osserva i fiori. Trova un’ape. Fotografala, e dicci dove l’hai vista.

Contribuirai a creare una grande mappa delle api italiane

FITCount

Consente di effettuare conteggi a tempo di api e impollinatori
L’app include una guida per l’identificazione dei gruppi di insetti
Si può utilizzare il GPS del dispositivo utilizzato (smartphone o tablet) per registrare automaticamente la posizione.
Una volta salvati i dati del conteggio potranno essere visualizzarli tramite la mappa FIT Count su questo sito web.

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